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Il bilanciamento delle luci

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Quando lavoro ad un rendering,  solitamente divido la produzione in 4 step. Sono per me un aiuto a tenere sotto controllo l’evolversi del lavoro:

  1. Bilanciamento delle luci (con materiale generico)
  2. Correzione dell’esposizione (dopo l’applicazione delle texture)
  3. Aggiunta riflessioni (lucide e meno lucide)
  4. Preparazione al render finale

Immagino questi 4 passaggi come una collina da superare:

Un inizio ripido, un punto di riposo e verifica, per finire con discesa lunga ma molto più semplice.

Nel 1° step si tratta “solo” di mettere le luci in scena, stabilire chi comanda (luce primaria) e di conseguenza aggiungere le luci secondarie, di schiarita, faretti e così via.  Il tutto utilizzando un materiale grigio default (equivalente in fotografia del grigio kodak 18%).

Paradossalmente questo è – da un punto di vista tecnico – lo step più semplice, ci sono infatti pochi parametri a cui badare, ma è artisticamente il momento più complesso. Chi è molto bravo con i parametri, in questa fase solitamente soffre pene disumane! Eh sì, perché non è “il parametro” che fa la differenza, ma il modo in cui le luci sono in rapporto tra di loro. E’ un po’ come fare un minestrone con pochi ingredienti. Se non è tutto perfettamente bilanciato rischia di essere salato, insipido, troppo acquoso o che sa di dado.

Un bilanciamento delle luci ben riuscito tridimensionalizza l’immagine, ci fa cogliere i volumi e dà profondità. Un bilanciamento fatto male rende tutto piatto. Dopo puoi di aggiungere materiali, sfondi, faretti, smanettare sui paramentri: il bilanciamento delle luci sono le fondamenta dell’immagine, se le fondamenta non sono solide il palazzo sarà sempre traballante.

Al contrario, in una scena basata su un ottimo bilanciamento potrai fare di tutto: aggiungere oggetti, modificare un materiale, mettere punti luce, andrà sempre bene, anzi migliorerà sempre più l’impatto poiché ogni aggiunta – che abbia un minimo di cognizione – contribuirà ad aggiungere dettagli e migliorarne la composizione.

Il mio consiglio è quello di assicurarsi che il bilanciamento funzioni al meglio prima di procedere. Provare anche il punto 2, alle volte i colori in gioco danno contrasto e ci risolvono dei problemi, ma non andare mai oltre se l’immagine non va! Nella quasi totalità dei casi, tutti i problemi si annidano nell’inizio.

Del resto tutti lo sappiamo: il buongiorno si vede dal mattino.

*

ESEMPIO PRATICO – Francesco Romanucci / studente – Bilanciamento luci: OK
( Alla sua prima esperienza con il rendering )

Analisi dell’illuminazione: Ogni luce ha un ruolo
(primaria, secondaria, riempimento)

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Render finale + correzione colore : Sono stati solo aggiunti i materiali (tempo di realiz.: 1 giorno )

CONCLUSIONE

La luce nelle 2 immagini è distribuita allo stesso modo. Dopo il bilanciamento basta aggiungere i materiali ed il render è finito. Chi ha fatto il mio corso sa che la simulazione dei materiali si impara in una mattina, non è quello il problema. Il punto cruciale è proprio il momento iniziale.

Si tratta di bilanciare il peso delle luci e capire quale combinazione rende più tridimensionale e profonda la scena. Nessun parametro potrà aiutarti, solo l’immaginazione 🙂

*

PROSSIMO CORSO DI RENDER FOTOGRAFICO
Roma 2-6 Marzo / Applicativo V-Ray per Rhino

– In collaborazione con RhinoBlog.it

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Commenti

  1. antonio 16 febbraio, 2011 12:15 pm

    In tutto ciò c’è una cosa che non mi riesce e che mi fà impazzire…IL SOFFITTO!! Generalmente è sempre più scuro delle pareti,senza ricorrere a photoshop c’è una soluzione?? GRAZIE!

  2. admin 16 febbraio, 2011 12:25 pm

    Ciao Antonio,
    di base non ne discuterei qui perché non è l’argomento di questo articolo.

    Al volo.. mi sembra che continui a guardare il problema dalla solita angolazione: quella di chi non guarda oltre i parametri. Non si tratta di “imbrogliare” ma di conoscere l’illuminazione, la fotografia e replicare la realtà. I soffitti sono in realtà sempre più scuri? In fotografia anche? E come si risolve questo problema per avvicinare una foto alla visione dell’occhio umano?

    Se ne potrebbe parlare per giorni, e prima o poi – mi pare doveroso – scriverò qualcosa in merito, in realtà al corso ne parlo ampiamente… ma a voce è molto più semplice! 🙂

  3. roberto 16 febbraio, 2011 12:39 pm

    di solito aggiungo un self illumination piccolopiccolo e il soffitto diventa più chiaro…..attenzione però….
    non è poi così semplice.
    Altrimenti puoi usare una luce omni con esclusione, oppure oppure oppure seguire i corsi di Ciro….
    ziao!!!
    roberto

  4. admin 16 febbraio, 2011 1:45 pm

    Aggiungere, alterare, escludere.. per il mio modo di vedere è un’assurdità da smanettoni, meglio conosciuta come sega mentale.

    Per replicare la realtà si usa un motore di rendering, per alterarla, photoshop. Tutto il resto è pippa.. recita una famosa canzone (modificata per l’occasione) 🙂

    PS mi farebbe piacere discutere del bilanciamento delle luci che è un argomento molto più ricco ed interessante, oltre che in tema 😉

  5. Giuseppe 16 febbraio, 2011 2:34 pm

    Il discorso che fai nel guardare le cose con l’occhio del fotografo mi sembra molto interessante, questo però credo che lo possa fare chi come te ha dimistichezza con i parametri e si può dedicare alla composizione…

  6. admin 16 febbraio, 2011 3:22 pm

    Ciao GIUSEPPE,
    se la metti sul piano di non sapere proprio nulla, certo hai ragione! Senza un minimo di conoscenza tecnica non c’è niente che tu possa fare.. poi c’è la situazione opposta: ostinarsi per anni ed anni su parametri, tutorial, ignorando il mondo reale e le regole basilari della fotografia credendo di investire correttamente il proprio tempo.

    Per questo io dico: se conosci pochi parametri ma li metti “in fila” perfettamente, seguendo una serie di logiche che esulano dal software, ma che pescano nella fotografia, nelle basi di illuminazione e nella fisica allora, scommetto, puoi fare già un’immagine di buon livello, partendo da zero, in pochi giorni. Non te lo dico perché lo immagino, lo sogno o sto farneticando. Ne sono convinto perché l’ho visto succedere già molte volte 🙂

  7. Marina 16 febbraio, 2011 3:09 pm

    Ciao Ciro!
    Prima di tutto devo ringraziarti per i bellissimi articoli che scrivi! Non sai quante volte mi hai salvato la vita. Sei sempre molto chiaro e rendi tutto così semplice! Purtroppo io sono sarda e mi è difficile partecipare ad un tuo corso ma prima o poi verrò in trasferta!! Detto ciò devo dire che mi hai ILLUMINATO (permettimi il gioco di parole) perchè l’illuminazione è sempre l’ultima cosa che curo in una scema ma, leggendo con attenzione ho “scoperto” che è la parte centrale e vitale della scena ed io la relegavo sempre all’ultimo step o comunque non la ritenevo così fondamentale… mettevo due o tre luci e credevo di aver fatto :/ Forse è per questo che i miei render sono sempre insipidi (come dici tu 🙂 ) Non sono smanettona, nè mi interessano tutti i parametri a menadito (che secondo me, e leggendo il tuo blog, servono a poco se non si ha un’idea precisa e chiara di quello che si vuole fare) però devo dire che l’immagine di Francesco funziona già solo con le luci e questa cosa mi ha fatto riflettere molto. Ho perso giusto un’oretta con un mio render cercando di seguire il tuo consiglio e, provando a bilanciare le luci come dici (sto provando a copiare l’illuminazione di Francesco) mi sembra già che tutto prenda vita e credo proprio che per gli step successivi andrò molto più veloce del solito! Ma a questo punto sapresti suggerirmi qualche testo che parla di illuminazione così magari posso documentarmi, magari qualcuno che hai letto e che reputi importante.
    Granzie ancora per le dritte, scusa se mi sono dilungata un po’… e spero, prima o poi, di partecipare ad un tuo corso. Ciao

  8. admin 16 febbraio, 2011 3:15 pm

    Ciao MARINA,
    dalle tue parole colgo molto chiaramente che ti è chiaro il messaggio che cerco da anni di far passare. Hai usato proprio le parole giuste e questo vuol dire che l’hai colto in pieno: è proprio così. Io ho letto molto libri di fotografia di Michael Freeman, non riguardano propriamente l’illuminazione ma la fotografia. Inizia da quelli per diventare più sensibile alla luce ed alle problematiche. Se fossi in te, inizierei da lì 🙂

  9. Apposai 17 febbraio, 2011 12:31 am

    Ciao, i tuoi post sono sempre molto chiari e semplici.
    In anni che uso questi software devo dire che i concetti base son sempre gli stessi e per fortuna applicabili universalmente. La questione bilanciamento luci nonostante tutto e sempre molto spinosa sopratutto per gli ambianti semiinterni e diurni. Il concetto di avere gerarchia lo si applica dal defaultScanline (parlo per gli utenti 3dsmax). Nonostante le evoluzioni dei motori di render, V-ray e M-ray, Maxwell etc., gli aiuti che questi ultimi offrono, la base non cambia.
    Negli anni ho visto persone capaci di ottenere effetti di luce pazzesca semplicemente usando il default!
    Non so se posso…questo tutorial lo scrissi anni fa:
    http://www.treddi.com/forum/topic/29-3dsmax-emulazione-di-fonte-di-luce-naturale/
    Spero possa essere di aiuto….!
    Circa la questione del controsoffitto in ombra, la soluzione per utenti V-ray o M-ray e estremmente semplice! Basta selezionare l’oggetto, andare sulle proprieta dei rispettivi motori di render e aumentare il parametro relativo alla recettivita della luce! (non la generazione!!!)
    Tutto qui!

    A presto!

  10. admin 17 febbraio, 2011 11:03 am

    Ciao APPOSAI,
    grazie del bel commento davvero! I principi sono universali, è proprio così.. sarà perchè la luce si propaga così nel mondo da milioni di anni, allo stesso modo 🙂 Grazie anche per il bel tutorial

    PS Ma devo dissentire sull'”aumento delle ricettività”. Non condivido niente di tutto quello che è alterazione della realtà in fase di rendering. Ma proprio niente 🙂 Né come principio né come produttività.

  11. GPZ 28 giugno, 2011 10:55 am

    Scusa ciro ma tu modelli in cm o in metri?

  12. Josi 3 dicembre, 2012 3:09 pm

    ciao ciro, mi sfugge il metodo di assegnazione di luci primarie e secondarie. mi capita, man mano che aggiungo ies dopo le plane, che le seconde (le plane) “si spengano”.

  13. gio 23 marzo, 2013 10:29 am

    COMPLIMENTI ! MI PIACE MOLTO IL TUO STILE .

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