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Risparmiare quando si commissiona un 3D

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preventivo

Un lettore mi ha scritto una mail in cui racconta di una brutta esperienza con un studio che realizza rendering. Credo che sia un ottimo spunto per guardare al mondo dei “rendering” anche dal punto di vista dei committenti.

Al mio amico Giorgio ho chiesto maggiori dettagli sulla sua committenza. Magari alcuni di voi potrebbero ritrovarsi in un’esperienza simile…Ecco una sintesi dei suoi punti:

  1. Avevo richiesto solo 2 inquadrature…
  2. Avevo richiesto un rendering normale…
  3. Mi è stato presentato un conto di 1300€ + iva!
  4. Conclusione:

Certo che se per due immagini da inserire in un progetto per opere da 100.000€ devo spendere questa cifra, del progetto finito cosa devo chiedere al mio commitente?

Mi servirò di questa situazione solo come esempio, senza “giudicare” in alcun modo il caso specifico… vediamo ora punto per punto e per esteso:

  • 1) Avevo richiesto 2 inquadrature, ma mi era stato detto che una volta creato il modello non era un problema di numero ma solo di tempo per elaborare l’immagine.

Sicuramente è così, inoltre c’è da considerare che andando sui primi piani chi modella rischia di spendere altro tempo nell’aggiunta di dettagli. Dettagli senza i quali un primo piano potrebbe risultare troppo povero.

  • 2) Avevo richiesto un rendering normale nel senso che mi bastava dare un’ idea dei volumi e dei materiali, poi mi è stato consegnato un rendering fotorealistico, con ombre anche della piscina ecc. ecc che a me non servivano.

Questo è sicuramente l’errore di comunicazione più grave, errore da evitare assolutamente! Chi commissiona il lavoro rischia di trovarsi un conto salato che non vorrà pagare per intero, e chi ha lavorato tanto si troverà a dover lottare con il cliente per il giusto compenso. Non conviene proprio a nessuno non approfondire questo tipo di dettagli.

Quando si imposta un lavoro del genere l’ideale è innanzitutto decidere il tipo di rendering, orientandosi, a seconda delle esigenze, tra: rendering concettuali, rendering volumetrici, rendering materici e rendering fotorealistici.

Tipi di rendering

Gli scopi possono essere diversi a seconda di cosa si vuole mettere in evidenza, schematizzando possiamo orientarci tra:

renderingRendering concettuali: adatti a mettere in evidenza a cosa servono gli spazi e a come si usufruisce di essi.

Rendering volumetrici: aiutano a capire l’invadenza dei volumi nello spazio a disposizione.

Rendering materici: servono ad avere un’idea d’insieme dei materiali utilizzati e degli accostamenti.

Rendering fotorealistici: danno un’idea precisa della realtà. Sono molto utili per far colpo sul cliente, ma sono anche i più costosi.

Com’è tipico della progettualità non esiste la soluzione migliore, ma solo la più adatta. Quindi il tipo di rendering va scelto con un approccio progettuale, mettendo bene a fuoco lo scopo dello stesso nell’insieme che si sta componendo.

  • 3) Pensavo di spendere circa 400/500 € e mi è stato presentato un conto di 1300€ + iva, che con mie osservazioni circa la cifra troppo esosa sono diventati 1000€ + iva

Comunicando bene cosa si vuole, il grafico riesce a stimare meglio quante risorse impiegherà e di conseguenza quale sarà il costo dell’operazione. L’iter ideale da seguire, lo sappiamo, è spiegare bene il lavoro, attendere un paio di giorni, ricevere un preventivo e proseguire step by step soffermandosi sui passaggi chiave.Non è una gran scoperta, ma chissà perché non tutti lo praticano, trovandosi poi con un lavoro finito tra le mani ed un conto salato da pagare per qualcosa di cui non si necessitava. L’errore è commesso da entrambe le parti.Conclusione: Ricercare la soluzione più adatta, la migliore non c’è.

  • Il datore deve aver chiaro lo scopo da raggiungere e di cosa servirsi: deve cercare di capire la soluzione più adatta al contesto, facendosi anche aiutare dal grafico. Sapere di cosa si ha bisogno è un ottimo modo anche per avere un’idea dei costi.
  • Il grafico deve saper guidare il datore, capire le sue esigenze e sapergli offrire la soluzione più adatta alle sue esigenze in termini di costo / qualità.

“Una sedia al Marchesino… la migliore.” chiedono al grande Totò, che dopo essersi guardato intorno risponde: “La migliore non c’è!”

[ Quanto scrivo deriva dalla mia piccola esperienza e voglia di condividere. Chi desidera lo prenda come spunto adattandolo alle proprie situazioni. ]

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Commenti

  1. KainOne 15 gennaio, 2007 12:48 pm

    Sono d’accordo sul tuo punto di vista, la comunicazione e i preventivi sono fondamentali per ottenere il giusto compromesso, dato che il punto focale è proprio il compromesso. Io personalmente non opero il prezzo sul numero di viste o di inquadrature, ma il prezzo lo formulo in relazione al numero di fabbricati o volumi da modellare, nel cui prezzo è compreso l’esterno ed eventuale inserimento nella rete urbanistica. Questo implica comunque che posso a grandi linee stimare un prezzo finale a priori e mi permette di rimanere a disposizione del cliente.
    La cifra “esosa” di cui si parla dovrebbe essere relazionata al tipo di commissione, che purtroppo non è stata accennata.

  2. Cirosan 19 gennaio, 2007 12:51 pm

    Grazie KainOne per la tua risposta.

    Guarda, per me tutto si sintetizza nel tempo che si stima che ci vorrà X per il valore che diamo alle nostre ore di lavoro.

    Tutto semplice detto così, ma complesso in pratica.

    L’articolo propone dunque “metodi” per analizzare la situazione, scomponendola in vari fattori, in cui ognuno di essi è più facilmente prevedibile.

    “La cifra esosa” esula dall’ineteresse del mio articolo, e lo specifico all’inizio quando dico che lo utilizzo solo come spunto.

    Ciao e grazie ancora.

  3. Marco Gherardi 24 gennaio, 2007 11:47 am

    Salve,

    Io lavoro nel settore da oltre 18 anni e di situazioni ne ho viste davvero tante. Nonostante questo ritengo il momento della preventivazione ancora difficoltoso per tanti motivi.

    Innanzitutto perchè non esiste e forse non può esistere una tariffa legata a questo lavoro in quanto soggetta a troppe variabili , in primis sicuramente la qualità del dettaglio , la cura, il realismo, la struttura dell’azienda e altre che non cito per non dilungarmi.

    Sappiamo che ci sono tante persone che lavorano in situazioni anche precarie, che consentono loro di avere prezzi molto concorrenziali e che si pongono sul mercato contro aziende che invece sostengono spese e oneri della struttura che hanno scelto (beninteso..) di avere.

    E’ chiaro che il caso di questa persona andrebbe analizzato meglio, magari cercando come è stato sottolineato, di capire meglio le esigenze e le richieste specifiche. Fare un preventivo è importante , fornendo dati chiari a chi lo preparerà. Certo che su un progetto di dimensioni limitate probabilmente il grafico avrebbe dovuto adattare meglio il lavoro al cliente, ma… ciò può essere attuato solamente attraverso una esperienza pluriennale, che non sempre c’è.

    scusate se mi sono dilungato.
    Marco

  4. Cirosan 27 gennaio, 2007 11:43 am

    Grazie Marco!

    Sottolineo una tua espressione che ritengo molto utile:

    “Certo che su un progetto di dimensioni limitate probabilmente il grafico avrebbe dovuto adattare meglio il lavoro al cliente”

  5. Naly 30 gennaio, 2007 1:15 am

    Salve…io mi sto affacciando ora al mondo della grafica 3d…se non vi è troppo disturbo…potreste indicarmi alcuni programmi che mi permettano di realizzare grafica tridimensionale…io conosco solo bryce…
    Grazie
    Naly

  6. Roberto 31 gennaio, 2007 5:49 pm

    Ciao a tutti, credo che tu abbia affrontato la tematica più complessa nel mondo della grafica ( non solo nel 3D ), purtroppo è molto difficile elaborare un preventivo, ma l’unica cosa che ho imparato è che bisogna essere chiari dall’inizio. Ovvero, una volta ( grazie all’esperienza ) quantificato il tempo necessario, il preventivo deve essere sempre cartaceo e firmato per accettazione dal cliente. Se il cliente ritiene il preventivo troppo alto si può anche discutere, ma eventualmente rifare sempre un preventivo scritto ed iniziare il lavoro solo se accettato. Nel caso specifico 1300 euro possono sembrare tanti, ma se applichiamo una tariffa di 30 euro ora, sono 43 ore lavorative, quindi circa 5 giorni di lavoro, se il tempo impiegato è quello mi sembra una cifra corretta.

  7. uff 26 febbraio, 2007 3:34 pm

    300-400 euro per un RENDER genericamente è TROPPO poco in ogni caso.. vuol dire RUBARE un lavoro non pagarlo

  8. marameo 25 giugno, 2007 9:35 am

    cavolo che questione pesante!qua siam proprio sul filo del rasoio!tutto giusto e concordo in pieno ma da quello che ho visto e sento succedere, di solito evito i render fotorealistici,non che non li apprezzi, ma spesso poi il fotorealismo è una cosa troppo soggettiva, spesso i materiali non convincon il committente perchè giudica a lavoro finito non avendo la minima idea di ciò che ci sta dietro, quante volte ho sentito:” è facile mi bastan un paio di viste con qualche luce e due materiali… e poi ci si perdon le notti per finire”. e non parliam poi dei tempi che si allungan sempre in modo esponenziale a patto che non si abbia un pc simile a un reattore.
    chiaro anche che l’esperienza lima qualche nottata… di una cosa son sicuro però, fare questo genere di cose mi piace e quando ottengo dei risultati il tempo mi pesa molto tempo.

  9. santana 13 luglio, 2007 10:40 am

    ho letto attentamente cio’ che è stato scritto purtroppo posso dire che la reazione del cliente a primo impatto potrebbe sembrare lecita, ma così non’è, tutti pensiamo che sia un gioco da ragazzi “il computer…quattro linee….tata’…tata’ e tutto e fatto”, invece dietro c’è un lavoro grande e gente qualificata che come è giusto deve essere pagata. sento spesso parlare di collegio dei disegnatori e grafici ma di fatto nulla, questo potrebbe mettere ordine ad una categoria avvolte trattata alla merce’ di tutti. scusatemi se vi ho annoitato.

  10. archiman 5 settembre, 2007 4:49 pm

    …annosa questione.. anch’io sono quasi 20 anni che mi occupo di rendering, videoanimazioni e c. e di metodi per raggiungere l’offerta/preventivo corretto ne ho sperimentati tantissimi. Certo è che quel che mi ha sempre salvato dalle discussioni sono 2 cose:
    1) il professionista non è un “negozio” dove il committente entra e mette nel carrello: quindi ho sempre preteso uno o più incontri per sviscerare gli obiettivi (in questo ovviamente può aver giovato essere un architetto visto che la maggiorparte dei lavori è in quel settore);
    2) mettere sempre in forma scritta la proposta dettagliata fino alla nausea: questo ha 3 vantaggi a) sono limitati gli equivoci; b) anche il professionista, sforzandosi di simulare lo svolgimento della commessa in tutte le fasi si rende conto meglio dei tempi e costi;
    c) il committente capisce che non ha di fronte un saltimbanco ma una persona seria e preparata (anche dal punto di vista legale-contrattualistico) e alla fine non ha poi molti argomenti per sminuire il lavoro che sta chiedendo.
    Quello che poi vi è da tener conto è che con il passare del tempo le schiere di persone appassionate in grado di realizzare un rendering presentabile si è infoltita a dismisura generando saldi a valanga.. sappiate che il terreno di concorrenza da auspicarsi è quello della qualità non quello del ribasso perchè altrimenti troverete sempre più clienti che si stupiranno per 300 euro ad immagine.
    Mi congedo 😉

  11. Marco Gherardi 7 marzo, 2008 8:26 pm

    Perdono se continuo questa discussione dopo tanto tempo ma sono stati mesi “pesanti”, oserei dire per fortuna.

    Mi associo ad alcune affermazioni fatte sopra.

    Anche io in passato ho cercato assieme ad alcuni colleghi di creare una associazione di categoria che mettesse questa professione al livello che merita. Troppo spesso , è vero, si è considerati dei tiralinee. Devo ammettere che ci sono molti improvvisati, come in tutte le professioni, ma alla fine è il mercato che decide.

    Sono molto daccordo con l’ultima affermazione di Archiman. E’ necessaria una struttura che metta di fronte i due soggetti giuridici nella maniera giusta, in tutti gli aspetti , ivi compreso (e non certo per ultimo) quello contrattuale, onde evitare discussioni e generare comunque attorno a chi lavora una chiara idea di professionalità. In questo caso è difficile che il cliente pensi di trovarsi davanti un’improvvisato e sa già in partenza che ciò che paga è anche la struttura che sta dietro quel determinato lavoro. Questa struttura non è certo secondaria… anzi.

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