Recensione "Fotografia e Render con V-Ray".
RASSEGNA STAMPA.
Alcune recensioni da non perdere:
« La chiarezza, l’organicità, la sistematicità sono non soltanto le qualità che caratterizzano questo testo, ma anche un metodo di insegnamento maturato in anni di esperienza e di pratica con gli allievi… » –>Leggi tutto su IL NADIR
« Un ritorno alle origini, la fotografia, per fortificarsi attraverso concetti fondamentali ed affrontare le nuove tecnologie con una maggiore maturità. » –> Leggi tutto su WIRED
Risultati concreti degli allievi –> Gallery
A seguire vorrei approfondire prendendo spunto da una recensione personale negativa, scritta da Matteo Migliorini, di cui – devo ammettere – comprendo bene le motivazioni ma il punto è che un libro ha il semplice scopo di offrire un punto di vista ed io ho fatto del mio meglio per offrire il mio. Ecco il link:
> http://www.art2upz.com/Recensione_Libro_Ciro.html
Testo adottato da “Italian Design Experience Academy”
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12 PUNTI PER APPROFONDIRE
1) Dopo tutto questo mi domando: “È un libro sulla fotografia? O invece è un libro sul motore di resa della Chaos Group?”
Basandomi sui bisogni emersi nei corsi dal vivo, ho lavorato per creare un intreccio tra il mondo della fotografia e V-Ray. Sono rimasto fedele dalla prima all’ultima pagina a questo taglio editoriale: afferrare un principio fotografico ed implementarlo in V-Ray, nel modo più semplice e minimale possibile. Il titolo è inequivocabile.
2) ..assenza di definizioni complete sugli algoritmi di calcolo (Irradiance Map, Light Cache, Brute Force… che cosa sono di preciso? Perché lavora solo su determinati parametri e non su altri?
Sommando i manuali V-Ray di Legrenzi e Raffaele Vella c’è già tanto in italiano, interamente dedicato al software V-Ray. (Senza contare la guida ufficiale di V-Ray, online). Nel mio libro ho scelto di parlare di tutt’altro e per farlo c’era bisogno di vincolare alcune variabili per dedicarsi esclusivamente ad altre. Ecco perché nel libro suggerisco solo due settaggi: uno per le prove ed uno per il render finale.
3) [l’autore]…dimentica alcune funzioni particolari quando parla di Gamma Correction a 2,2, che cos’è il “don’t affect colors”? Posso ovviare il problema con un Color Correct o forse è meglio non farlo? Perché?
Quello che suggerisco – relativamente al gamma – è un approccio adatto agli utenti dei miei workshop, per lo più alle prese con rendering architettonici. Ad ogni modo altre info sul “don’t affect colors” sono in questo post pubblicato tempo fa, sul mio blog.
4) [l’autore]…s’interessa solo di riportare le sue conoscenze fotografiche con V-Ray fornendo si dei consigli utili..
Riportare le conoscenze fotografiche in V-Ray è esattamente lo scopo del libro. La parte più difficile era proprio essere fedele al titolo ad alle scelte editoriali, fino in fondo.
5) …ma lasciando degli aloni di mistero per risolvere alcuni problemi ricorrenti quando si lavora nel mondo della visualizzazione digitale (come il caso del color bleeding, non sempre si può utilizzare una Physical Camera di V-Ray oppure non sempre, la procedura indicata, può risolvere il problema).
E’ vero, esistono altri modi. “Come neutralizzare l’inquinamento del colore in un Render” è un tutorial che ho scritto circa 2 anni fa, ed è per l’appunto un’altra soluzione. Ma la sfida del libro era proprio quella di affrontare OGNI aspetto come se V-Ray fosse una macchina fotografica tra le nostre mani, cercando di guardare tutto da quell’angolazione.
6) …Per lui non è cambiato niente poiché, utilizzando quelle che lui definisce Bank Light posizionandole come si faceva una volta con le luci omni o spot. Certo, ne utilizza di meno, ma il concetto è lo stesso.
Il concetto è completamente diverso. Le bank/vray light concepite nel libro, sono posizionate e gerarchizzate esattamente con si fa in un reale studio fotografico, applicando lo stesso concetto di gerarchizzazione luminosa che poco ha a che vedere con la computer grafica, ma piuttosto riguarda il dare forma all’immagine, modellare con la luce. Approccio totalmente “fotografo”, sfruttabile perfettamente con un software realistico come V-Ray.
7) Va dato merito, ma solo a poche pagine, di una chiara ed utile spiegazione dei V-Ray Material, anche se poi cade in alcune imprecisioni proprio sull’utilizzo ed interpretazione di materiali diversi come lo standard ed l’Arch&Design.
Questo è stato in assoluto il capitolo più complesso ed ha richiesto tanto lavoro per essere limato e semplificato, per questo mi fa davvero piacere che alla fine ne risultati una spiegazione chiara ed utile! (materiali Standard e Arch&Design non sono proprio citati). Lo strumento utilizzato per simulare i materiali è principalmente VRayMtl che nel 99% dei partecipanti ai miei workshop bastava per portare il lavoro a termine. Questo ha permesso ai corsi – ed al libro – di risultare semplici e lineari.
8) Anche in questo caso viene tralasciata l’importanza della mappatura degli elementi (semplici UVW Map)
In “Fotografia e Render con V-Ray” l’attenzione è esclusivamente rivolta all’implementazione di principi fotografici in V-Ray. Per studiare il software 3ds Max sono più adatti testi che parlano di 3ds Max.
9) ..non vi sono riferimenti fisici all’indice di rifrazione (IOR) che è stata una rivoluzione nel mondo della computer grafica e che il suo utilizzo (anche nel canale delle riflessioni) può risultare fondamentale per avere degli effetti totalmente differenti.
A pag.67 parlo di IOR, motivando perché in questa fase può essere tralasciato, indicando anche in quali casi invece non è corretto farlo. Mentre gli effetti nel canale fresnel IOR sono del tutto simili a quelli che si verificano quando si usa il canale delle riflessioni (pag.169). In realtà la domanda è ben più profonda: che senso ha parlare di “indice di rifrazione Fresnel”, per materiali che non rifrangono? Naturalmente parlo sempre del concetto fisico, che poi va implementato (è sempre questa la mia linea). Lo trovo un approfondimento interessante, ma più adatto al blog (cosa che in futuro farò) che non a questo libro, che si occupa di altro: implementare concetti di fotografia in V-Ray.
10) Nel libro viene anche presentato e discusso il metodo “5-Step Render Workflow” (marchio pure registrato a quanto pare) che ha una logica non innovativa perché quello che tutti gli artisti o grafici eseguono come routine.
Il nome è di CGworld e riguarda un metodo di insegnamento fatto di esercizi progressivi, a cui ho dato il mio contributo. Lo scopo del “5-Step Render Workflow” (5SRW) è quello di portare questo metodo di lavoro – diffuso tra gli esperti del settore – su un piano didattico e accademico, semplificandolo e rendendolo fruibile a tutti.
11) Torno alle mie domande iniziali… È un libro sulla fotografia? O invece è un libro su V-Ray? […] mostra sostanzialmente un metodo di lavoro e non tanto gli strumenti, i parametri o i concetti basilari del motore di resa V-Ray. Se l’autore avesse scritto lo stesso libro senza conoscere Mental Ray o Maxwell od un altro engine sarebbe stato uguale.
E’ un libro interamente dedito all’applicazione di concetti di fotografici in V-Ray. E’ proprio questo a renderlo per certi aspetti universale. Molti lettori che utilizzano altri motori di render hanno apprezzato proprio il fatto che i principi illustrati alla base sono gli stessi per tutti. Utenti V-Ray per C4D o addirittura di Mental Ray mi hanno scritto che l’approccio adottato nel libro ha aiutato anche loro.
12) Mi rimane difficile essere imparziale e credo proprio che il libro non arrivi alla sua meta prefissata… quindi che libro è? Un volume che mostra un metodo di lavoro.
Ho ripetuto all’infinito che questo libro sarebbe stato poco apprezzato da un pubblico tecnico e specialistico, proprio perché è scritto con uno stile semplice, scorrevole e leggero, molto apprezzato da tantissimi lettori non ultra-specializzati. Anche se devo dire che molti artisti BRAVISSIMI l’hanno apprezzato per la visione armoniosa dell’insieme.
CONCLUDENDO
Da mesi ripeto che non è un libro incentrato su V-Ray, ma un libro in cui prendo dei principi fotografici e li implemento utilizzando V-Ray in modo semplice e minimale. Se vuoi imparare dettagliatamente V-Ray ti suggerisco di andare sui manuali tecnici, videocorsi specifici, e tutorial avanzati… se invece ti attira la mia chiave di lettura, se ti piace immaginare V-Ray come una reflex tra le tue mani, allora questo libro è stato scritto proprio per te 🙂
| Ciro Sannino / Autore
| V-Ray Licensed Instructor
« La semplicità è l’ultima sofisticazione » – Leonardo